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Parliamo di giovani tra i 15 e i 29 anni. Un target che in America traina la crescita di internet. Ma che continua a dichiararsi maggiormente ‘attaccato’ alla tv. In un panorama multitasking e multimediale, infatti, questi ragazzi ammettono la poliedricità delle loro fonti di informazione, ma tra tutte preferiscono il piccolo schermo. Nonostante per loro non sia così immediato percepire la differenza tra i diversi media in termini di credibilità e valore, al piccolo schermo riconoscono comunque un plus anche in tal senso.
Tanto che i quotidiani dovrebbero interrogarsi sul perché, investendo sul valore di un’attendibilità e di un’autorevolezza che nei confronti delle nuove generazioni sembrano aver quasi perso.
Ed è nella sconfitta con la tv che la stampa si sente più da vicino offesa. Tanto che la ricerca ha inteso indagare quali potrebbero essere le leve su cui agire per catturare l’audience di questo target. Che di positivo, comunque, ha l’interesse verso l’informazione, attribuendo un valore al fatto di essere aggiornati.
Al punto che, tra tutti, i ragazzi più coinvolti e partecipativi nella community di riferimento sono quelli che leggono i quotidiani. Nel dettaglio, sono gli users dei social network i più reattivi, a tutti i media, tra cui anche la stampa. Influenzati nell’abitudine alla lettura in primo luogo dai genitori, ma anche dai professori, mentre marginale è il ruolo svolto dal peer. Quasi che tale comportamento non fosse tra i temi che interessano questa nuova forma di condivisione e passaparola.
Perchè i contenuti sono tutto. E la ricerca focalizza l’attenzione anche sul fatto che i quotidiani oggi non dedicano spazio agli interessi dei giovani, che tra tutto indicano i film e la musica quali argomenti collante.
Fonte: Youmark