Scritto da Admin
23 Dic 2008

Di dono in dono. Quarta conferenza internazionale della comunicazione sociale


“Chi dona si riconosce sempre” recita lo slogan dello spot di apertura presentato dal presidente della Fondazione Pubblicità Progresso, Alberto Contri; ma è davvero così? S’interroga Marco Cerri, scrittore e operatore sociale, il quale inaugura il valzer degli interventi e mette in luce le trasformazioni del significato del dono: “Se la merce diventa dono, il dono diventa merce?”. Questa riflessione evidenzia come sempre più il concetto di dono si vada legando alla forma-merce, seguendo una tendenza che lo vedrebbe del tutto allineato con un qualsiasi altro prodotto commerciale.

Conseguenza, sempre più quelle strutture imprenditoriali, specie di tipo cooperativistico, che offrono un dono, tendono ad assottigliare le differenze rispetto alle strutture imprenditoriali, di tipo capitalistico, che generalemente non hanno nei loro core business l’offerta di un dono. L’avvicinamento tra questi due mondi fa si che anche in strutture dove viene offerto un servizio sociale si sviluppino quegli strumenti ormai quotidianamente utilizzati nelle altre tipologie d’imprese: la comunicazione, il marketing, la pubblicità; con un occhio di riguardo alle operazioni di naming e di brandizzazione.

La stessa indicazione di trasformazione del concetto di “dono” e di “impegno sociale” è supportata da Giovanna Gadotti, docente di Sociologia delle comunicazioni di massa all’Università di Trento, mettendo in luce lo sviluppo di una tendenza sempre più edonistica della società, in cui l’individualismo prevale sempre di più sulla comunità, indebolendo il tessuto delle relazioni sociali.

Tuttavia questa debolezza non deve farci pensare alla mancanza di necessità negli individui di instaurare relazioni sociali, diversamente bisogna riflettere più sulla definizione di nuovi luoghi in cui si sviluppa la solidarietà. Uno di questi ambiti è il consumo, ancora una volta un avvicinamento tra l’ambito commerciale e quello sociale, ovvero l’acquisto di un dato prodotto può portare con se un gesto solidale.

Basti pensare ai prodotti del mercato equo-solidale, i quali continuano ad accrescere i loro fatturati malgrado la crisi economica che imperversa sulla società contemporanea. “La pratica di un consumo responsabile ad esempio non sancisce un modo nuovo del sociale. È un modo nuovo, differente dalla classica donazione di denaro, e comprende sempre partecipazione“. Si pone quindi l’accento sull’individualità del gesto sociale, definito tramite l’ossimoro di individualismo solidale.

Marco Granelli, presidente di CSV.net (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato), si concentra maggiormente sull’importanza di sviluppare una comunicazione sociale che sensibilizzi maggiormente le persone al volontariato, che aiuti ad aumentare la relazione con il donatore, portando poi quest’ultimo a donare secondo meccanismi di consapevolezza e di partecipazione.

Sullo stesso punto si focalizza anche l’intervento di Maria Vittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava, NPH Italia, una struttura che svolge diversi progetti solidali volti ad aiutare l’infanzia abbandonata e che può vantare anche collaborazioni con aziende come l’esperienza della Goodie Bag, la borsa firmata Coccinelle, che ha riscosso grande successo anche grazie alla trasmissione di valori di solidarietà. Maurizio Quagliuolo, segretario generale di Herity Italia, l’organizzazione per la gestione di qualità del patrimonio culturale, spiega infine come la comunicazione sociale possa essere utile ai fini della conservazione del patrimonio culturale trasformando il visitatore da predatore a protettore, in che modo? Aiutando a combattere l’ignoranza e coinvolgendolo in modo più spirituale ed emozionale.

A conclusione degli interventi è stata aperta una Tavola Rotonda incentrata su “Le migliori campagne sociali internazionali” coordinata da Franco Moretti, presidente dell’Art Directors Club Europeo. Tra gli esponenti, tutti di caratura internazionale, si annoverano: Frederic Bonn, direttore creativo Studio Ogilvy Interactive di Parigi, esperto di media digitali o new media; Michel de Boer, direttore creativo Studio Dumbar di Rotterdam, Percival Caropreso, presidente di SETOR 2 ½ – Corporate and Marketing Communications on Social Environmental Responsibility per l’area sud americana, Stefano Colombo, consigliere ADCI e direttore creativo Publicis e Till Neuburg, Communication Strategist Globiz.

Infine, Paolo Ferrara, responsabile comunicazione e raccolta fondi della Fondazione Terre des Hommes Italia, ha presentato i vincitori della prima edizione del Child Guardian Award, il concorso dedicato alle imprese che tutelano l’immagine dei minori nella comunicazione, promosso dalla stessa Fondazione, in collaborazione con la Fondazione Pubblicità Progresso.

Fonte: ADVertiser