Scritto da Admin
07 Nov 2008

Filosofia, usi e consumi: come l’acqua ci cambierà la vita.


Nel nostro mondo materialista è via via maggiore l’attenzione verso uno degli elementi naturali alla base della vita: l’acqua. Si tratta di tendenze contraddittorie, “fluide” come direbbe Baumann (e mai come in questo caso il termine è più adatto), ma anche rassicuranti se l’oggetto di analisi è un simbolo della cultura e della storia dell’uomo. L’acqua è diventata dapprima di moda come consumo ostentativo sulle tavole di tutti i giorni: acque minerali provenienti dall’altro capo del mondo o da fonti “inventate” di sana pianta confezionate in bottiglie di design; prodotti che consumano energia, si pensi solo al trasporto aereo, e quindi inquinano. In seguito sono nati gli acqua bar e le carte delle acque (come quelle dei vini) nei migliori ristoranti, mentre oggi, sempre più in clima di risparmio energetico, si inizia a rivalutare l’acqua del rubinetto da bere e si cerca di risparmiarne l’utilizzo per l’igiene personale e per la lavanderia.

Non è necessario arrivare ai livelli del sindaco di Londra che propone di tirare l’acqua del wc una volta alla settimana; certo è però che stando tutti un po’ più attenti agli sprechi si può ottenere un buon risparmio. Un’attenzione, questa, che pochi anni fa sarebbe stata vissuta come un sacrificio, ma che oggi rappresenta una cultura diffusa in tutti gli strati sociali per via dell’impatto devastante della società dei consumi sull’ambiente.

Fluido amico
Intanto l’aspetto di relazione con l’acqua è profondamente cambiato. Immergersi, giocare, curarsi è diventato una routine per tutti: basti considerare “l’espansione” delle dimensioni delle vasche da bagno negli ultimi anni. Fuori casa andiamo nelle spa che assomigliano sempre di più alle terme romane, come fruizione (relax e business) o rappresentano vere e proprie fonti curative sovvenzionate dal sistema sanitario nazionale. Ci piace stare nell’acqua in ambienti eleganti ispirati a filosofie orientali, divertirci nelle nuove piscine con suggestioni tropicali, surfare su onde artificiali, scaldarci in grotte come saune. Sintomi di una società decadente? Probabilmente sì, ma anche desiderio di un rapporto più intenso con l’elemento naturale da cui veniamo e che ci mantiene in vita. Dominare la terra, l’aria e il fuoco è un’esperienza che ci lega alla tecnica, un déjàvu che ci ha portato a dubitare delle virtù benefiche del progresso. Riappropriarsi dell’acqua è invece un obiettivo più facile: la sua “fluidità” si identifica con il pensiero dell’uomo moderno, poche certezze ma tanto movimento. Del resto, “Tutto scorre” potrebbe essere lo slogan per la pubblicità progresso dell’umanità!

Isola tropicale teutonica
Settanta milioni di euro per regalare il sogno tropicale ai berlinesi: da un hangar militare e con l’aiuto di un imprenditore malese, nasce Tropical Islands, 66.000 mq di area coperta, con vegetazione e clima tipici di località amene e tante attrazioni e possibilità di svago 24 ore non stop. La vasca South Sea è un mare tropicale con una superficie superiore a 4.000 mq, temperatura fissa di 28°, una spiaggia attrezzata, con sdraio e sabbia bianca, su cui si stagliano palme equatoriali accarezzate dalla brezza dei tropici.

Fiumi del mondo
È stato inaugurato per l’Expo l’acquario di Saragozza, il più grande d’Europa di acqua dolce. Il concept è quello di attraversare i fiumi più importanti del mondo: il Nilo, il Mekong, il rio delle Amazzoni, l’Ebro, Il Murray in Australia. Il percorso è ambientato a tema nello stile Disneyland: insieme alla grande vasca alta oltre 9 metri, esistono vasche all’aperto, piante, animali anfibi e insetti; ogni fiume sfocia nel mare con i suoi pesci tipici. Peccato che manchi totalmente la comunicazione didattica per capire cosa si stia vedendo… per adesso ci si arrangia con una brochure.
Fonte: Markup