PROGETTI SPECIALI
C’è chi maggiormente teme il furto del proprio numero di carta di credito, così come chi è infastidito dall’essere catalogato e seguito nei propri comportamenti. Perché alla fine il pericolo è di cadere nella rete. Quella commerciale, ovviamente, finendo per vivere in un costante “Grande Fratello online”. Tanto da ritrovarsi a vedere nel più vecchio e tradizionale advertising off line il minore dei mali.
Perché se è vero che siamo noi a decidere di svelarci in rete, lo è altrettanto che senza dati ci precluderemmo molti dei servizi e delle informazioni, a partire dal normale accesso ai siti. E soprattutto che tutto quello che diciamo potrà essere usato per l’interesse altrui. Essendo ognuno seguito nei suoi comportamenti online, magari vendendo poi a terzi profilazioni, targetizzazioni, nominativi, indirizzi.
Ed è proprio questo a piacere sempre meno agli americani. Come la ricerca dimostra, infatti, ben il 72% degli intervistati è infastidito dal sentirsi ‘spiato’, non ritenendolo ammissibile, se non dopo esplicita e specifica autorizzazione. A stupire pure il fatto che negli Usa, nonostante l’utilizzo della carta di credito abbia da tempo superato i problemi di diffusione italiani, il timore di frodi ancora persiste. Se il discorso si concentra nell’online, poi, ammonta a ben l’82% il numero di persone che teme il furto del proprio numero di carta a seguito di acquisti in rete.
In ogni caso, sono molti, 62%, coloro che hanno fornito i propri dati, salvo pentirsi quando in cambio ricevono proposte pubblicitarie non richieste. Ancora più, poi, se la propria individualità viene venduta a terzi, come lamenta il 54% del campione.
Quasi tutti, 93%, vedono nella richiesta preventiva, specificandone il fine, una soluzione, anche perché per il 72% agli interessati dovrebbe essere quantificato il valore della tracciabilità dei propri comportamenti.
Gli user, comunque, si stanno facendo furbi. Più di un terzo inizia a dare indirizzi mail diversi per evitare di essere rintracciato e bombardato. Oltre un quarto ha imparato a dire le bugie, fornendo informazioni d’accesso fasulle, così da garantirsi l’obiettivo, sfuggendo al conseguente rischio di controllo. Fine raggiunto anche dal 25% di chi utilizza software ad hoc per nascondere la propria identità.
Fonte: Youmark.it