Scritto da Admin
01 Lug 2009

Un nuovo trend nei consumi. Dal possesso all’accesso

Uno dei trend di consumo più attivi e più caratterizzanti gli ultimi anni sta facendo registrare un’ulteriore, forte accelerazione. E’ la tendenza, davvero epocale, a sostituire il possesso con l’uso, l’acquisto con il noleggio, la proprietà con l’accesso. Un orientamento che segna una vistosa presa di distanza dal feticismo dell’oggetto, dalla simbologia di status, dal possesso che fa aggio sulla funzione, dalla accumulazione compulsiva : i cardini cioè più inquietanti della società dei consumi. Addirittura da uno dei pilastri – la proprietà privata – su cui si fonda la società capitalistica. L’enorme contenzioso che esiste in Rete sul copyright è solo uno dei tanti indicatori in merito.

Uno switch che coinvolge praticamente tutte le merceologie, a cominciare dalla casa di proprietà ( un primato mondiale per il nostro Paese). Che senso ha, si chiedono in molti, in una società largamente precaria e nomade, doversi indebitare per decenni, limitarsi per qualsiasi altra spesa senza inoltre poter pianificare il proprio futuro? Ma non è soltanto l’aspetto economico a segnare la presa di distanza dall’acquisto, dalla proprietà. Sono tanti infatti i motivi a sostegno di questa tendenza : possedere, per molti, ormai comporta solo fastidi, carico fiscale, problemi continui di gestione e manutenzione. La mitologia della seconda casa – un altro primato nazionale, una caratteristica tutta italiana, occupata per poche settimane l’anno e responsabile della cementificazione e devastazione delle zone più belle del Paese – è in fase di ridimensionamento.

In questo caso poi il raffronto dei prezzi con le alternative possibili dissuade da qualsiasi velleità proprietaria. Sempre più spesso si opta per altre tipologie di recettività o di vacanza – dall’agriturismo alla roulotte, a viaggi lontani con i voli low cost – che mettono al riparo dagli inconvenienti a cui abbiamo fatto riferimento. Anche per l’auto, uno dei prodotti totemici degli italiani, è in continua ascesa il numero di coloro che rinunciano al possesso – un comportamento inimmaginabile in passato – per noleggiarla poi ripetutamente nel corso dell’anno.

Per le imbarcazioni (questa volta però limitatamente ad un uso vacanziero) è un trend in atto da tempo. I super ricchi hanno aerei e yacht in proprietà e il lusso di equipaggi e personale che si occupa poi della manutenzione, un lusso paradossalmente accessibile a chiunque si rivolge ad un charter o compera un biglietto aereo. Si noleggia praticamente tutto : il vestito per il matrimonio e il pesaneonati quando arriva un figlio, l’abito da cerimonia e un quadro importante, le piante fiorite e un servizio di catering, la macchinetta per l’aereosol e il tapis roulant per far ginnastica in casa. Sempre più va diffondendosi la convinzione che comperare un prodotto, quando deve ballare un sola estate, non abbia molto senso : inoltre gli oggetti in proprietà si usurano, divengono rapidamente obsoleti, fuori moda. Se un oggetto in uso ha difficoltà di funzionamento viene sostituito in tempo reale senza aggravio di costi. Non è certamente ininfluente, inoltre, l’aver sotto gli occhi ogni giorno una quantità di acquisti inutilizzati che occupano spazio e che creano anche sensi di colpa per aver sperperato denaro. Proprietà con tutto quel plesso di pratiche legali, incombenze amministrative e fiscali, tempo e spazio per custodirla che diviene pesantezza. A cui si contrappone la gioiosa leggerezza che deriva dal godimento temporaneo di oggetti.